giovedì 31 gennaio 2019

Sempre


Sembra quasi che la vita abbia trovato un senso in questa lunga attesa. Per una volta la parola "sempre" è diventata familiare, auspicabile, gentile, per una volta questa parola non fa paura. C'è stato un momento in cui tutto è scomparso, in cui l'anima è stata alleggerita di ogni qualsivoglia sogno di un futuro con te. Tutto era così maledettamente leggero, vuoto come un pallone che, liberatosi della stretta del bambino, comincia a librarsi nell'aria correndo sempre più consapevolmente verso la sua rovina, sapendo che ogni metro guadagnato verso l'alto non sarà altro che un metro in più ad aspettarlo durante l'inevitabile caduta che verrà.
Adesso non è più cosi.
Quel dolore un po' manca. Provare una stretta così atroce ha un ché di rassicurante: ti dice che non puó andare peggio di così. Non aver più nulla da perdere e potersi godere il dolore in santa pace, coltivando mille speranze mentre ti giri in un letto di spine è una cosa che ha dell' armonioso. Il sangue esce a fiotti, misto a poesia e a tutti i modi in cui l'animo umano riesce a trasformare ogni sentimento in qualcosa di complesso. E' spirito di sopravvivenza: più una cosa si complica, più sará difficile da comprendere e metabolizzare e quindi più tempo il cuore avrà per assorbirla senza che ne venga sopraffatto. Il dolore è creativo, il dolore è sacra ispirazione e culla dove sentirsi al sicuro, mentre l'amore, quello vero, quello che ti riempie di gioia...quello si che è un problema. E' instabile, pericoloso, dannatamente incoerente e maledettamente privo di poesia. Si, l'amore è privo di poesia, perché quell'amore che dalla poesia viene descritto nasce dal dolore, nasce dalle lacrime che lasciano il cuore per trasportarlo su un foglio dove potrà vivere per sempre, dove per sempre verrà accettato e coccolato. Se invece il cuore si nutre di esso, se con esso ingordo si sfama allora non ne lascerá uscire neanche un po', se lo terrà ben stretto, altro che lasciarlo scivolare via su di un foglio. Ne sei geloso perché hai paura di perderlo, giustamente. Hai paura di tutto quando ami. D'un tratto chi non teme la morte diventa pavido, coloro che hanno sempre badato solo a se stessi cominciano a preoccuparsi per qualsiasi cosa possa accadere all'oggetto del loro desiderio e anche la più innocente delle passeggiate sembra celare pericoli enormi.
In questi momenti di incertezza, quando neanche più la penna mi aiuta a trovare sicurezza e tranquillità, in questi momenti la parola "sempre" assume una luce differente. Anni fa, se avessi dovuto descrivere il suono della mia voce al pronunciare questo pugno di lettere, lo avrei paragonato al rumore di una catena, una di quelle pesantissime catene saldate ad un ancora il cui unico scopo è quello di non fare allontanare una nave, non farla viaggiare, non darle la possibilità di rimanere preda della marea...di rimanere fedele alla marea. Ma se avessi dovuto descrivere la parola "amore" cosa avrei scritto? Nulla, o magari tutto, preso preda dell'immaginazione verso qualcosa di mitico e divino che apparteneva alla fantasia più che alla realtà. Adesso so, adesso un filo di paura lega il mio cuore alla mia mano ed io stringo forte perché so che se dovessi lasciare quel filo, la libertà che ha gonfiato quel cuore per anni lo farebbe salire così in alto che non sopravvivrebbe all'inevitabile caduta che ne seguirebbe. Sto riempiendo quel cuore per renderlo meno leggero, per non farlo scappare via, per togliere un po' di amore dalle mie parole e metterlo in quel "palloncino" rosso che ogni tanto fa qualche capriccio, in balia di brezze marine provenienti da chissà quale ricordo di estati passate. Quando hai paura di perdere qualcosa di importante la parola "sempre" torna da te con un sorriso più dolce di quanto ricordassi e al quale difficilmente vorresti rinunciare, ma è pur sempre un sorriso e i sorrisi, si sa, sono fatti di una malizia che pochi riescono a trattenere per se. Io comunque aspetto, butto fuori una boccata di fumo ed assaggio una lacrima che sa di qualche dolore fa. Aspetto che tutto si fermi almeno per qualche istante, il tanto che basta per potermi godere l'attimo e stamparmelo nella mente perché sia SEMPRE fermo li nel caso in cui lo perdessi, come con un mazzo di chiavi. Se accadesse che perda tutto avrò almeno quell'attimo stampato nella memoria, quell'attimo in cui la speranza di un "sempre" qualsiasi mi ha donato un assaggio di eternità che vale la felicità di una vita intera.

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