martedì 20 dicembre 2016

I wish you love

un pupazzo di neve, fatto di una neve che ancora deve cadere
così come un pensiero felice che non ha nulla per cui gioire
e poi una canzone che ricorda un momento ancora da assaporare
tutta la speranza di un estraneo alla finestra che non sa da quale lato guardare
mille parole ascoltate da chi ancora non le riesce a capire
e una magia fatta per un cuore che si dovrà sicuramente ferire
regali su regali incartati, ma ancora da comprare
senza pensare a tutti quei baci rubati senza trovare alcuna bocca da baciare
e la voglia di far due passi su quella strada per casa, ma chissà dove arrivare...
ancora e ancora, ma non si sa più cosa aspettare ancora
seduto davanti al fuoco nell'attesa di un ancora che non avviene
e tutta la speranza di augurare qualcosa che sai non poter ancora arrivare
sperando proprio che non arrivi
per poter aspettare qui ancora e ancora...e ancora
i wish you love

mercoledì 23 novembre 2016

La casa sull'albero

Da bambino amavo le case sugli alberi, ne costruivo di continuo. Tutti i bambini dovrebbero avere la possibilità di farlo, non solo per il gioco, è una questione di prospettiva: ti stai costruendo uno spazio, un rifugio, un pezzetto di mondo che, anche a distanza di anni sarà solo tuo. Quando ci ripasserai davanti, da adulto intendo, non potrai farne a meno...ci salirai di nuovo e comincerai a comprenderne l'importanza, la necessità di mantenere nella propria vita, uno spazio personale, segreto, semplice.
La casa sull'albero. Forse non è fatta solo di rami, legna e chiodi arrugginiti. Credo che il concetto rimanga lo stesso, ma quando cresci i materiali cambiano: tutte le cose che hai attorno inutilizzate, oggetti, persone, pensieri che chi ti sta vicino non usa o butta via, tutta questa roba per te mantiene una strana attrattiva, difficile da spiegare, ed è allora che si dovrebbe iniziare. Raccogli i cocci di una vecchia relazione e cominci ad assemblarli insieme ad una canzone che non senti da anni, poi prosegui e scegli il ramo giusto, quella parte di vita quotidiana che ti "avanza", che è li a prendere polvere, e ci sali sopra. Ti accorgi che le cose viste da li sono diverse: quando guardi il mondo dal ramo tranquillo della tua vita le situazioni che ti circondano perdono i contorni. Ci vuole qualche altro chiodo però, magari nuovo, magari il sorriso di una sconosciuta e la pacca sulla spalla di un collega che mai avresti detto, mischi il tutto con quel collante stupendo che sono i ricordi di qualche guaio fatto da adolescente, ed è quasi perfetta. Manca solo lei, quella che quasi dimenticavi, quella che non è stata il grande amore della tua vita, che non ha passato con te il tempo sufficiente perché tu possa mandarle ancora un messaggio, ogni tanto, per sapere come stanno i bambini. Lei insomma, quella che hai lasciato e non sai neanche il perché e adesso, quando sei nel tuo spazio, quasi ti manca.
Alla fine diciamocelo, nessuno si trasferirebbe in una casa su un albero dopo tutti i sacrifici fatti per vivere come un povero cristo normale, però nessuno resiste alla tentazione di toccare quell'albero quando ci passa davanti, anche perché, lo si voglia ammettere o no, quello è l'unico, vero, onesto spazio in cui potersi riparare senza vergognarsi, in cui poter essere indifesi senza aver paura, perché il resto della gente non può entrare nella casa sull'albero, se non sa la parola d'ordine.

martedì 16 febbraio 2016

Ricordi

Ricordati di me,
ricordati anche di ciò che non puoi sapere. Immagina, per favore, le cose che non ti ho detto e che avrei voluto, quei piccoli pensieri che stupidamente si rimandano convinti di avere ancora un occasione per poterli esprimere. Ricorda quello che avrei voluto e quello che non riuscivo ad accettare. Ricorda ti prego, tutte quelle cose che solitamente si dimenticano quando manca il respiro ed il dolore è così forte da voler dimenticare tutto pur di continuare a vivere…ricordati di quelle cose bellissime e tremende che ci hanno reso ciò che più non siamo. Pensa per un attimo a quei particolari che sembrano sbiaditi e che volutamente stai cancellando per non provare più quello che cresce istintivamente sotto pelle al ricordo di quelle giornate, di quei momenti in cui erano tutti li tranne noi, in cui il mondo continuava a vivere mentre noi annichilivamo le nostre menti in un momento fatto solo di istinto e passione, un universo che aveva poco a che fare con terra, sole stelle e spazio immenso, un universo fatto di sospiri e colpi al cuore, di rimorsi, rimpianti, gioie e amplessi, fatto di un illogicità che non appartiene a nessuno, che non appartiene più neanche a noi. Non perdere nella memoria quello che abbiamo passato, che è successo e che mi auguro per il bene di entrambe, che non succeda mai più a nessuno di noi. Non lasciare andare un esperienza come quella, tienitela stretta, legata e nascosta come si tiene una pistola carica in una casa piena di bambini. Quei ricordi sono pericolosi, sono dannosi nella vita serena di tutti i giorni ma anche…necessari. Sono vivi, sono quella puntura sotto pelle che per un attimo ha fatto si che passassimo il limite, che arrivassimo ad un livello evolutivo troppo avanzato per non essere mortale nel cuore di due persone normali. Torna dalla tua vita, ricostruisci la tranquillità che riempie il cuore e che scalda l’anima e allontana il fuoco ardente che quell’anima la brucerebbe ma, per favore, non dimenticarlo. Un giorno accadrà che conteremo i respiri, coscienti che sono gli ultimi. Un giorno accadrà che staremo per morire. Tutti muoiono. È in quel giorno che quello che vuoi dimenticare adesso, che non ha senso ricordare adesso, servirà a riempire l’ultimo respiro e a darci il coraggio di lasciare la vita che abbiamo avuto, sicuri, grazie a quel ricordo che nella morte almeno una volta, siamo stati vivi, più vivi di tutti gli altri.


Non mi dimenticare.