Immagino il pulviscolo fluttuare
nell'aria
arrivare in alto
a lambire gli indefiniti confini di una
nuvola
immagino un singolo granello di polvere
arrivare li su
inebriato dall'altezza
impaurito dal vento
cullato dalle vertigini
eppure sereno
calmo
riflessivo
stupefatto da tutto il mondo sotto di
lui
così grande quando si perdeva tra il
respiro delle persone
così insignificante adesso che tutto è
lontano
quasi surreale
decisamente inoffensivo
e poi un senso di libertà
misto alla consapevolezza di essere più
di semplice polvere
chissà a quale montagna è appartenuto
su quale viso si è posato
lui unico ed eterno
piccolo ed immenso nel suo legame col
mondo
col tempo che non potrà distruggerlo
...forse cambiarlo
chissà
la consapevolezza lo rende spavaldo
e triste
e solo
un dio che gli non sembra adesso così
diverso da lui stesso
se ne sta oltre quella nuvola senza
rivolgergli una sola parola
in disparte
la notte lo accoglie
il vento lo sostiene
gli sembra di risentire una vecchia
melodia
qualcosa che si porta dentro
ascoltata sopra un pianoforte
molti anni fa
crede di poter piangere
sente l'umidità avvolgerlo
sente se stesso cambiare
è stata la tristezza?
I ricordi di quella canzone?
O forse è solamente cambiato come
natura ha voluto che cambiasse?
Mentre precipita verso un mondo ormai
estraneo ai suoi desideri
osserva la sua nuova forma
contempla la natura della suo
cambiamento
seppur mantenendo lo stesso cuore
non è più polvere ma pioggia il suo
nome
è pesante adesso
è consistente come se tutti i suoi
ricordi avessero preso vita
divenendo corpo e massa e presenza e
capacità di toccare ed essere toccati
ciò che provava, ciò che prova
lo rende vivo
ma ancora solo
in tutto questo suo viaggio lo è
sempre stato
ma mai come quando era tra la gente
e mai come adesso che sta per tornarci
cade il mio granello di polvere, cade
la mia goccia di pioggia
cadono i miei ricordi fino a bagnare la
stoffa della mia giacca
in una eterna solitudine che diventa
sopportabile solo quando,
scaldata da sole,
questa stoffa si asciugherà
liberando ancora una volta il prezioso
granello
che solo grazie ad un volo inebriante
verso se stesso
potrà per un attimo sopportare
il malinconico, umido e divino dono
della solitudine.
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