martedì 27 ottobre 2015

Mia figlia

Una passeggiata innocua, un tratto di strada fatto mille volte e la testa che rimane impegnata in chissà quale inutile pensiero. Tra il pacchetto vuoto di sigarette buttato dal finestrino di un auto e le foglie autunnali che vestono il marciapiede, lei era li, sola soletta, perfetta come quelle che si vedono disegnate nei cartoni animati: una ghianda. L'avevo quasi sorpassata quando ho dovuto fermarmi, è stato più forte di me. L'ho raccolta. Mentre la tenevo in mano ho subito pensato a cosa fosse meglio per lei, ho pensato di buttarla oltre il guard rail, vicino al fiume. Avrebbe avuto spazio e acqua sufficienza mi sono detto, poi ho visto che non c'erano altre querce dove avrei voluto tirarla e ho capito che se non ce n'erano forse era perchè non era proprio il posto giusto per far crescere un albero del genere. L'ho tenuta in tasca, magari avrei trovato un posto migliore, sicuramente migliore del marciapiede dove l'avevo trovata, quello era poco ma sicuro. Poco più avanti una piazzola piena di pini e una magnolia al lato, quel posto mi ha fatto pensare che li sarebbe stata bene, la presi e mentre la stringevo ho cercato di immaginarmela albero, cresciuta grande e forte come il tronco accanto alla strada dal quale veniva ma...non c'era spazio a sufficienza in quel fazzoletto di terra. La sua chioma non avrebbe avuto spazio a sufficienza per allargarsi e godere della luce che le necessitava per essere forte e sana, gli aghi dei pini soffocavano il terreno loro sottostante e le sue radici, una volta cresciuta si sarebbero scontrate con quelle degli altri alberi già troppo vicini tra loro. Neanche quello era il posto giusto. Oramai ero quasi arrivato a casa e...non l'avrei piantata più da nessuna parte, l'avevo salvata per poi farla morire da qualche altra parte. Non aveva senso.
Ho tenuto quella ghianda, l'ho tenuta perchè quando ami qualcosa devi pensare prima a spianarle la strada, devi pensare a quello che sarà meglio per lei, per quando crescerà, per quello che potrai darle e solo quando sei sicuro di volerle dedicare il tuo tempo e il tuo sacrificio, allora si che potrai salvarla, potrai metterla al mondo, potrai accudirla e averla vicino. Ho tenuto quella ghianda, la metterò nel giardino della casa che sceglierò come CASA MIA e sarà li con me, le darò da bere, pulirò il terreno dove dovrà crescere e non le pianterò altri alberi troppo vicino che la soffochino, ne troppo lontano, per non farla sentire sola. Impiegherò il mio tempo curandola perchè adesso non è il momento per piantarla, ne tanto meno ho trovato il luogo, ma la terrò con me fino a quando sarà giusto, perchè averla non può essere un capriccio, quello non è amore. Io mi prenderò cura di lei da prima che lei sia LEI.

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